lunedì, maggio 19, 2008

indeterminàto : indeterminàto

agg.

che non è determinato; che non è ben definito impreciso, vago, che non procede da una ben definita intenzione in matematica, di equazione che presenta infinite soluzioni.




Certo... vista così, come la spiega il dizionario è una parola perfettamente in linea con una delle mia spigolature, ma se lo rapporto a quella cosa che tutti in Italia cercano di ottenere, a tutto un altro significato. Quando penso al lavorano a tempo indeterminato, spesso ci associo ( a torto o a ragione) tutte quelle persone che in anni passati entravano nelle grandi fabbriche o nel pubblico impiego e ci restavano fino alla pensione, tutto il contrario della mia storia lavorativa fatti di cambiamenti voluti e forzati, instabilità frequente e sofferenza ma anche voglia di fare, creatività e impegno.
Si ora anche io ho conquistato questa dicitura, e ne sono felice, anche se parti dell'aggettivo in questione come "non è ben definito" e "che presenta infinite soluzioni" continuano a campeggiare dentro di me anche in questa nuova situazione che la mia vita meonica mi ha offerto.
Ma poi cosa è indeterminato? o per meglio dire sicuro?
questo termine accanto alla parola tempo, su un foglio chiamato contratto e inteso come un qualcosa di sicuro, irrevocabile, ma niente è sicuro, niente è inrevocabile, tranne Dio (per chi ci crede) tutto finisce, tutto ha una scadenza, ma in questo periodo niente è più gustoso di una cosa non definita del genere, in un mondo così precariamente flessibile, dove tutto ciò in cui crediamo spesso vacilla, dove gli amori si frantumano, dove la terra trema e si inghiottisce 50.000 persone innocenti, dove altre muoiono di fame perché conviene di più fare carburante che cibo, oppure dovo un qualsiasi essere umano leggermente diverso da te, può mettere in dubbio la tua sicurezza.

io credo che mi vivrò questo splendido giorno come l'inizio di una nuova avventura, che mi permette di ricominciare...

grazie a tutti..

4 commenti:

Giulianissima ha detto...

Sono una dipendente a tempo DETERMINATO nella Pubblica Amministrazione...anelo a diventare anche io una TI, ma mi chiedo: davvero voglio restare qui per i prossimi 40 anni circa? Per una che è andata via dalla sua città natale perchè voleva conoscere una realtà pù grande e cosmopolita, l'idea comunque di "fermarsi" lavorativamente parlando atterrisce. In effetti dovrebbe essere un punto di partenza, un elemento che dovrebbe garantire quel tot di tranquillità per fare poi altri progetti, per spostarsi in un'altra Amministrazione quando si ha vogli di fare esperienze o prendersi un anno sabbatico senza la paura di non ritrovare il posto al ritorno. Io per esempio sto pensando che mi piacerebbe da morire fare un'esperienza negli States o in Spagna, ma ora come ora non mi è possibile. Quanti ragazzi vorrebbero il mio posto se me ne andassi? Migliaia...
E poi la precarietà della vita...prima si prende coscienza del fatto che tutto ha un inizio e una fine (in primis l'amore) prima si smette di aspettare una poesia assoluta che non esiste.

MEO ha detto...

Ragazzi... non fatevi inchiodare dal miraggio di un posto sicuro se avete voglia di fare, le nuove generazioni italiane devono credere di più nel cambiamento, nella crescita, nelle provarci prima di accontentarsi.. infatti io credo che non si può più pensare che se uno entra nel pubblico, ci debba morire.. se vuole fare altro deve provare a cambiare.

Giulianissima ha detto...

Stiamo dicendo la stessa cosa, come mai avverto un tono polemico-didattico? Il tempo indeterminato garantisce (ma fino a un certo punto) una stabilità rassicurante, ma non ci si deve fermare nel cercare ciò che è meglio per sé.Ma onestamente, chi può negare che oggi non sia una base discreta per cominciare a sognare?

MEO ha detto...

nessuno... è solo che io sono il Meo.. è su meolandia sono ironico, polemico ecc.. a parte tutto... grazie per i commenti.. continua a scrivere.. ti stimo