lunedì, novembre 16, 2009

La stazione dove vestivano le bambole.


Sinceramente non so se sono deluso, forse non lo sono, certo è che le cose non sono mai facili, almeno per me.
Tutto è sempre molto in salita, tutto è sempre molto complicato, mai che riesca a montare sul primo treno che mi deve portare a destinazione, devo sempre prendere il locale, quello che fa tutte le fermate, che fa innumerevoli ritardi, rigorosamente di seconda classe, ma se devo essere sincero oramai mi sono abituato, aspetto che il mio treno passi, aspetto sempre quello con le carrozze più scassate e variopinte, me lo vado a prendere nelle più sperdute periferie, dove sopra non c'è quella situazione asettica da Freccia Rossa, ma quel sapore etnico da carovana Gitana, mi siedo dove i colori della pelle non sono mai uniformi e le facce che mi girano intorno sono fantasticamente vere, Pendolari, Muratori, Musicanti, Extracomunitari, Salti in Banchi, gente che mi aggrada durante il viaggio... E se il treno si ferma durante il tragitto tiro fuori un libro e aspetto, tanto prima o poi riparte, queste che ogni tanto perdo sono solo stazioni, la meta quella vera nessuno sa quale e cosa sia, l'importante è stare sul treno, certe volte è talmente divertente che non vorrei mai scendere.
Pazienza se il tuo treno non va veloce e qualcuno arriva prima alla fermata dove ci potevano essere nuove esperienze, anche oggi qualcuno è arrivato un po' prima e armato di spazzole e spilli se n'è andato a fare la sua esperienza, il mio treno lì non fermava, ma se penso al percorso che mi sono fatto, non è poi così male, vediamo dove mi porta il meolandia express, intanto un aborigeno sta suonando un didgeridoo e tutti ascoltano in religioso silenzioso, guardo fuori dal finestrino e la stazione dove vestivano le bambole si sta già perdendo nei miei nuovi pensieri.

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