lunedì, novembre 05, 2007

la moda, le bella cose, "Giorni e nuvole" e una domenica a lavoro

con un titolo così ci sta di tutto, ma anche niente, sono mesi che non scrivo a rotta di collo, ed ora in pigiama, ore 2 del mattino, con una sveglia pronta a suonare tra 5 ore, le dita picchiattano come dannate.
sabato un giretto a Firenze, in tardo pomeriggio durante un giorno libero, mi ha fatto capire quanto ancora il mio essere è attaccato alle cose belle, costose è materiali. mi sono intrufolato in tutti i miei negozi preferiti, e mi sono visto, rivisto e anche provato indumenti bellissimi e costosissimi, tutti fuori dalla mia postata.. un passione viscerale che non mi molla nonostante tutto.
poi ci sono le persone che si agghindano in un modo stiloso e affascinante che hanno attirato la mia fottutissima curiosità, avrei voluto fotografarle tutte e metterle sul mio nuovo blog, ma non so perché non l'ho fatto, praticamente non ho riportato un cazzo, ma contento e stanco sono tornato a casa sazio almeno della immagini immagazzinate nei meandri della mia memoria, poi il cinema che ha riproposto, in un certo qual modo vicende passate e sofferte da me e dalla mia famiglia, chiaramente parlo di "Giorni e nuvole" per molti questo film potrà anche passare in osservato, ma per chi come me è passato da problemi economici, lavorativi ecc.. la visione tocca ferite ancora aperte...
anche ora nonostante il mio io, prevalga sulle difficoltà di lavori flessibile ed incerti, la vita spaventa, quando lo sguardo si allunga su orizzonti difficili da vedere.
oggi dopo una domenica a lavoro, scrivo riflessioni così come vengono è sono felice di essere così..
buona notte.

7 commenti:

Marianna ha detto...

Ho visto questo film, e nonostante anch'io abbia passato brutti periodi economici, di certo i miei non si sono mai interrogati sul fatto di vendere la barca o no o sul fatto di licenziare una domestica... Forse perchè non avevano questo tipo di privilegi? secondo me questo film è un'offesa a coloro che hanno o hanno avuto problemi veri, sia economici che di altro tipo.
Loro hanno una casa molto grande che sono costretti a vendere, poverini, ne devono comprare una in periferia, che invece di essere 150 mq è 80...un problemone.
Lei, quando viene a sapere che il marito ha perso il lavoro, cade dalle nuvole, come se non si fosse mai occupata della situazione economica della famiglia e poi faceva pure la mantenuta a 40 anni... Mi dispiace ma il caro Soldini, a mio parere stavolta ha toppato alla grande, mi dispiace perchè io adoro la Buy ed Albanese ed ero partita positivissima per questo film, anche perchè 'Pane e tulipani' mi era piaciuto un monte, però mi sono sentita a disagio tutto il tempo della durata del film, in realtà me ne sarei andata via prima della fine... ovviamente è solo un'opinione.

MEO ha detto...

non riesco a capire per quale motivo le nostre opinioni sono così diverse.
e sopratutto per quale motivo noi di sinistra dobbiamo sempre farne una questione di classe, o per sintetizzare di soldi, di ricchi è poveri. io userò questa tua riflessione per ragionare a tasti pigiati.
io non riesco ad associare i problemi della gente solo alle persone povere, io sono stato una di quelle, e forase lo sono ancora, non ho mai avuto una casa..
io credo che il film, con tutti i suoi limiti, abbia sottolineato, molti aspetti:
il fatto che le persone con meno aspettative si ambientano meglio, cedi gli operai, che quelle come Albanese "nel film" meno.
prova a pesare a noi che studiamo. dopo la laurea, dopo un lavoro da architetto o da dirigente, o prof. riusciremmo a tornare alla terra?
io vengo da lavori umili, ma per molti non è facile e tutto va a rotoli.
non credo che con queste quattro righe abbia spiegato un gran che. ma bisogna stare attenti a criminalizzare le persone in base alla classe, altrimenti si finisce come quando quegli del pci davano di ladri ed evasori ai piccoli commercianti onesti che lavoravano tanto e guadagnavano il giusto..

Marianna ha detto...

Potrei capire se una famiglia che sta bene passasse alla povertà, e non arrivasse alla fine del mese... questo lo potrei accettare.
Rimboccarsi le maniche non è una cosa così tragica quando si ha già una base, si ha una casa, il casino è quando non si ha niente, quando a 30 anni si deve fare un mutuo da pagare per altri 30-35 anni.
Posso comprendere lo stato d'animo di Albanese, quello sì, perdere un lavoro apparentemente sicuro, di certo è una cosa pesante. A me ha colpito la tragicità con cui è stato affrontato il fatto di dover vendere la barca o licenziare la domestica, ma non perchè sono classista, mi dà fastidio a livello epidermico, pensando alla mia situazione di qualche anno fa, quando mio padre era all'ospedale per un trapianto a Milano e mia madre veniva pressata dal suo datore di lavoro (faceva le pulizie ad un farmacista stramiliardario), perchè si era assentata più di tre giorni ed io e mia sorella eravamo sole a casa.
Non avevamo la domestica e pure ce la cavavamo da sole...
Beh Meo, io credo che questi siano i problemi veri, non credo alla formula " poverini, erano abituati così".
Sarebbe come dire 'Briatore ha lo yacht di 200 m, lo deve vendere per comprarne uno di 100' è una cosa grave, perchè ormai era abituato con quello, in questo gli manca l'aria perchè è troppo piccolo.
Questo è un estremo, ma il concetto è lo stesso.
Non volevo mettere la mia vita in piazza, a parte che non ho nessuna vergogna a dire che la mia famiglia è umile, comunque l'ho fatto per farti capire cosa intendevo.

MEO ha detto...

io non scriverò della mia situazione passata, a mala pena scrivo della futura, ma ribadisco non volevo che la mia replica andasse sul personale, perchè ognuno ha e avrà i suoi cazzi.. se un giorno ci capiterà di chiacchierare del passato d'avanti ad una tisana o ad un caffè potremo parlare di cose personali, dolorose e costruttive. credo soltanto che nella proiezione abbiamo colto punti di vista diversi, forse per la nostra diversa formazione, per le nostre diverse nature o semplicemente per il diverso momento.
io ho visto un'uomo che credeva nel suo lavoro e negli uomini che lavoravano con lui, che credeva nei sogni di sua moglie fino al punto di commettere una grossa stronzata e che anche nella suo tracollo era capace di essere una bella persona, mi rifirisco a quando aiuta il vicino di casa con la lavatrice.
poi ci sono anche le cose che dici tu, ma secondo me meno importanti, è solo uno spaccato di vita precaria di questa epoca che colpisce chiunque anche le persone benestanti.
ribadisco. il film non so se sia un bel film, ma fa riflettere, forse più del solito clisce della persona povere che lavora in un colcenter con il padre disoccupato e la madre inferma.
solo punti di vista, non arrabbiarti la vita è una cosa meravigliosa anche nella sua crudele sofferenza.

Anonimo ha detto...

il film non mi è piaciuto... credo dipenda dal mio rapporto di "odio-odio" con la buy.
eppure, il film non è un brutto film.
è un film studiato a tavolino... questo sì.
troppo.
e cerca di colpire quelle persone che non penserebbero mai di potersi ritrovare "in ristrettezze".
trovo la scelta di mostrare "questo tipo di visione" una scelta azzeccata: chiunque abbia o abbia vissuto situazioni economiche difficili, o problemi di precariato è "ben disposto" verso la comprensione di una situazione di disagio come quella narrata dal film. pur con tutti i distinguo.
sono quelli che "stanno bene" che non possono (o non vogliono) capire le ragioni di quelli che hanno meno, o che non hanno per niente.
è bene che tutti capiscano (anche quelli che si fidano un pò troppo) che l'attuale stato di cose potrebbe pure cambiare, viste le scelte dissennate che una certa incapace e viscida classe politica (quelli che amano, anche nel centrosinistra, la legge 30, ad esempio) compie oramai da anni.
comunque, odio la buy.
D.

Marianna ha detto...

Sì probabilmente sono punti di vista, comunque a me il film non è piaciuto affatto, anche perchè se ci pensi... proprio loro fino a quel momento avevano vissuto tra le nuvole, troppo facile, ti accorgi di come gira il mondo solo quando ci caschi, forse per questo io reagirei in maniera diversa, perchè vivo i drammi della gente che soffre come se avvenissero sulla mia pelle, non lo dico tanto per dire o per fare la buonista, lo dico perchè è così davvero, io so quanto spendo al mese (a differenza della Buy), il ruolo di lei non mi è piaciuto e non credo che ce ne siano tante di situazioni così in Italia, non conosco famiglie in cui anche con un reddito abbastanza alto, lui lavora e lei fa la bella vita a 40-45 anni, senza neppure rendersi conto di quale sia la loro situazione economica. Comunque, io non voglio giudicare la vita di nessuno, solo che secondo me hanno esagerato con il tono tragico, tutto qui.

Anonimo ha detto...

le famiglie come quella del film sono molte (buon per loro); molte di più di quanto pensiamo.
è proprio questo tipo di "indifferenza", questa "superficialità" che rende difficile qualsiasi tipo di criticità verso un mondo alla decadenza.
e poco importa se nel film (come nella realtà) si parla di gente in fondo "illuminata" (lui aveva detto no allo schifoso socio in affari per non mettere con il culo per terra tanti suoi lavoratori): viene rappresentata un tipo di società "esistente": quelli che pensano sempre che "tanto toccherà ad un altro e non a me", quelli che "prima o poi le cose miglioreranno", quelli che "ma si, facciamo le riforme... dopo un primo momento di difficoltà se ne gioveranno tutti".
personalmente, forse anche perchè in parte l'ho vissuta, ho trovato terribilmente vera la parte della "depressione" di albanese: quando non hai più risorse, e puoi solo "vegetare" in attesa di... nulla.
non credo, comunque, che il film possa in qualche modo smuovere le coscienze: oramai in italia si sono avverate le profezie, si è dato credito alle leggende: i gonzi pensano tutti che la flessibilità sia un'ottima cosa, che nessuno avrà la pensione, che tutti vogliono lavorare fino alla decrepitezza perchè "tanto altrimenti si annoiano".
se penso a questo, mi viene tanta voglia di andare a fare shopping con il meo (meo, stai esagerando con questa "roba dell'esteta decadente in scarpe da ginnastica").
D.