mercoledì, aprile 25, 2007

generazione x


Oggi mentre mi traccheggiavo in giro per trascorrere il mio giorno libero, mi sono concesso un pranzo in veranda in un baretto della mia città, e mentre il venticello estivo estivo accarezzava la mia faccia, mi immergevo in una lettura "non impegnativa" su Flair..
Qui sono andate in fanteria tutte le stupide teorie sulla generazione x che comprende i nati a cavallo tra la fine degli anni 60 e i primi anni 80, chiaramente dei paesi occidentali, che avrebbero tutta una serie di problemi esistenziali e comportamentali.
Vedere i miei coetanei Ruandesi, mi ha fatto riflettere sulla parola "problema".
Loro, ossia coloro che fanno parte della categoria sopracitata, ma che contrariamente a me o a tutti coloro che vivono nei paesi del consumismo, la loro crisi, la debbono ad una serie di piccoli dettagli che il mondo intorno a loro aveva preso sottogamba, roba del tipo genocidio, stupro, pulizia etnica, ecc.. altro che generazione x.
Questo articolo, che perlopiù era fotografico, metteva in evidenza alcune madri con i loro figli adolescenti, avuti da stupri subiti dagli sterminatori delle loro famiglie, e tanto per non perdere nulla, molte di loro sono pure siero positive, di queste donne stuprate che devono crescere i figli dei loro carnefici, ce ne sono migliaia (sono state stuprate a centinaia di migliaia durante il genocidio, e molte di loro sono rimaste incinta) e devono affrontare questa situazione di amore odio tutti i giorni, io non riesco nemmeno ad immaginare come si possa sopportare tutto questo in un contesto di miseria e fame come il Ruanda oggi, di sicuro queste sono donne straordinarie e meriterebbero l'attenzione dei media, che perdono tempo a raccontarci una serie di minchiate che non sto qui ad elencare.
Le cose di cui avrei potuto scrivere oggi erano diverse, molte delle quali riguardavano il sottoscritto e mia dichiarata egocentricità, ma credo che questo post sia la scelta giusta, anche se avesse spinto solo e a riflettere sulla solita questione, che prima di lamentarsi bisogna dare un'occhiata in giro.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Giulianissima ha detto...

è tremendamente facile in questi casi cercare di comunicare il disagio davanti a storie come queste ,senza però cadere nella banalità e nell'ovvietà. correrò il rischio: sono una tipa che ascolta molto e gli amici, sapendolo, si raccontano molto con me. e lo faccio anche io con loro. capita che ci si strugga per quelli che sono dei problemi (se una cosa mi crea tristezza, inquietudine è un problema)ma che in effetti si tratti di piccole cose davanti ai grandi drammi dell'Umanità. e senza nulla togliere alla causa del loro e del mio dolore, li invito e mi invito a ridimensionare le cose, perché ci sono persone vicine e lontane che fanno ogni giorno i conti con la fame, la povertà, la violenza e la solitudine.e noi non sappiamo cosa voglia dire, noi che comunque abbiamo il culo parato dalla famiglia e sappiamo da chi andare se ci accade qualcosa...

nonsisamai ha detto...

'prima di lamentarsi c'e' bisogno di dare un'occhiata in giro' e' sacrosanto...buon 25 aprile

tizi ha detto...

Dal 6 aprile alla metà di luglio del 1994 vennero massacrate sistematicamente (a colpi di armi da fuoco, machete e bastoni chiodati) una quantità di persone stimata tra le 800.000 e le 1.071.000.

...mi piacerebbe tanto che nelle nostre scuole si studiasse la "storia moderna" per ricordarci che parole come olocausto e genocidio non fanno parte solo della storia dei nostri nonni ...
grazie Meo per questo post.
Anch`io avevo dimenticato, anch`io troppo presa dalle mie stupide problematiche quotidiane...